domenica 29 ottobre 2017

“PRIMA FACCIAMO LE ALTRE INFRASTRUTTURE, POI CI PENSIAMO”… LA SCUSA SFACCIATA DEI BENALTRISTI

Quella della mancanza di infrastrutture stradali e ferroviarie in Sicilia ed in Calabria, da realizzare in via propedeutica all’attraversamento stabile dello Stretto, perché”più importanti” è una scusa ridicola per non fare niente. Innanzitutto, l’affermazione è parzialmente priva di fondamento, in quanto: 


-     le autostrade afferenti al Ponte sono tutte complete da anni: la A3 è riammodernata ottimamente e la A20 è stata ultimata da più di dieci anni;
-   la ferrovia Messina-Palermo è raddoppiata fino a Patti, ed è stato recentemente aperto al traffico la tratta Campofelice-Palermo, mentre si sta lavorando tra Castelbuono e Campofelice;
- sulla Messina-Catania manca soltanto la Fiumefreddo-Giampilieri, ma è già finanziata ed allo stadio di progettazione definitiva.

Vero è che ci sono opere essenziali, come il raddoppio della ferrovia Fiumetorto-Bicocca, ancora allo stato progettuale, ma si tratta di opere già finanziate e che possono realizzarsi, se si vuole, entro i tempi di realizzazione del Ponte. 

Ma ciò che più conta, è comprendere un semplice concetto trasportistico: senza il Ponte, per ovvi motivi, legati alla capacità di imbarco degli attuali Intercity sui traghetti, tanto vale lasciare tutto per com'è. Con poche coppie giornaliere di treni da e per il continente, i tratti che, per i volumi di traffico pendolare che li interessano, necessitano del raddoppio, ovvero quelli a ridosso delle principali città metropolitane, il raddoppio già ce l'hanno o lo avranno presto (passante di Palermo). Gli altri, in presenza del solo traffico viaggiatori di livello regionale, possono svolgere la loro funzione egregiamente con pochi “ritocchi” che, infatti, RFI ha già i programma. Prova ne sia l’accantonamento del raddoppio Palermo-Messina che, in questo contesto, appare tecnicamente ineccepibile.

Vorrei rammentare che tra le tante cose che mancano alla Sicilia c'è l’Alta Velocità, che in Italia chiamiamo Alta Capacità, perchè coinvolge anche le merci.

Senza il Ponte, ne rimarremo sempre esclusi, a differenza di ogni altra regione d'Italia. Anzi, d'Europa. I treni AV, infatti, sono tali perché accorciano i tempi in maniera sensibile, riuscendo ad essere competitivi rispetto, ad esempio, all’aereo. Con la necessità di attraversare su nave lo Stretto, oltre a dover escogitare il metodo di mettere i sofisticati treni AV negli attuali traghetti, cosa tecnicamente complicata ed oltremodo costosa, rimarrebbe impossibile ridurre l’handicap delle quasi 2 ore necessarie per l’operazione. Di conseguenza, ne sarebbe frustrata la stessa velocizzazione delle linee interne, non sufficiente, su distanze dell’ordine del centinaio di km, ad un recupero significativo dei ritardi accumulati. 

Vale la pena sottolineare che gli AV veri, non quelli fantasticati da certi politici, devono viaggiare su distanze dell’ordine dei 500-1000 km senza mai fermarsi, per essere realmente competitivi. Cosa che riesce, ad esempio, benissimo sulla linea Roma-Milano: talmente bene da aver provocato le note conseguenze su Alitalia, che si è vista privata della migliore clientela sulla relazione tradizionalmente più trafficata. 

Allo stesso modo, sarebbe anche insensato pensare ad un ruolo delle ferrovie nella movimentazione delle merci, perchè:

  • all’interno dell’isola gli spostamenti via treno non sarebbero convenienti, essendo le distanze troppo brevi per ammortizzare le rotture di carico dal gommato al treno e viceversa;
  • per i viaggi in cui il vettore su ferro dimostra maggiore convenienza, dell’ordine dei 1.000 km ed oltre, occorre superare lo Stretto; ma è impensabile far passare le merci dal treno al traghetto e viceversa, senza aumentare i costi complessivi del trasporto, rendendo nuovamente il gommato più competitivo della ferrovia.
Siamo quindi arrivati alla dimostrazione del paradosso: non è che per fare il Ponte occorre prima completare il potenziamento delle altre opere infrastrutturali legate al trasporto nell’isola, ma è vero il contrario.Ovvero, non ha senso potenziare le infrastrutture interne alla regione senza il Ponte.

Ciò smaschera la sfacciata bugia che ci viene propinata spessissimo dai benaltristi nostrani che, per varie ragioni ed interessi, vogliono, in realtà, che tutto rimanga com’è.

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